
EFEMERINE. (Version italienne de Éphémerine)
Non avrò avuto che poco più di due anni per vedere il giorno
sarò disintegrata dietro questo pesante barile
ormai non sarò più che un vago ricordo d’amore
il cielo continuerà a scoppiare sotto l’ardore di una follia
Siamo multipli. Rappresentiamo l’unicità
corpo sofferente, popolo in fuga, agglomerato disperato.
Voi raccogliete il quotidiano, le vostre pene, vi guadagnate il pane
avrei voluto che un giorno pensaste di darmi una mano.
Il sangue diventa fiume e lago, il male si aggrappa, è notte
quale paese sarà la terra dove fiorirà il mio villaggio ?
L’accesso ai beni fondamentali è un privilegio svanito
non ci sarà dunque sosta a questo agire scellerato ?
Quando il sole tramonta, le orde avanzano lentamente
il freddo, la fame, lo stupro e la tortura si delineano
dighe e sbarramenti eseguono il compito vile
dei trafficanti di esseri umani che mancano di violenza
Esse attraversano i mari, i paesi, le strade e i sentieri.
Si sa che non si smette di spezzare la speranza con i loro corpi ?
Una mamma vacilla, schiacciata dalla sofferenza
è la mia. « Madre mia, ero già perduto
L’abuso di chi guida gli emigranti clandestini e la sua bestialità nella stiva …
non avrò avuto che poco più di due anni per vedere il giorno
sarò disintegrato dietro quello sporco barile
ormai non sarò più che un vago ricordo d’amore …
Volevamo evitare la guerra ma incontriamo l’orrore
siamo meno umani di voi, che vi chiudete il cuore
la mia famiglia andrà il un campo di detenzione
non oserete neanche pronunciarne il nome
diciamo Lampedusa come voi parlavate del Perù
come capire i vostri silenzi mentre a noi manca tutto ?
Le mie trecce come quelle di vostra figlia brillavano al sole
ora sono incrostate, proteggendo il mio sonno eterno
Mi dimenticherete, mi dimenticherete ? Non posso morire invano.
Talmente tanti altri innocenti, clandestini o emigranti
rifugiati morti o vivi, gemono chiedendo del pane
per coloro che amano. Umanità inesorabilmente in ginocchio.
Prendetevi cura dei miei genitori, tentate la cooperazione
salvate la mia vita, dare la loro era la via della loro ragione
anche se arrivano alla meta, il loro cuore non è più all’orizzonte
la solidarietà forse addolcirà la loro dimissione
ormai e per sempre io sono Efemerine
non avrò mai più bisogno della vostra compassione
in un altro mondo sarò diventata ballerina
quando vedrete mia madre non ricordatele che il mio nome
non avrò avuto che un po’ più di due anni per vedere il giorno
sarò disintegrata dietro quello sporco barile
ormai non sarò più che un vago ricordo d’amore
il cielo continuerà a scoppiare sotto l’ardore di una follia
paradosso di una mondializzazione senz’anima
inverosimiglianza di un altruismo da orifiamma
intersecato da muri seghettati e da fondi di stiva
ho urlato sino a incidere l’aria, sino a farne scandalo.
Non abbandonate Efemerine, il suo ricordo così dolce
il suo popolo e chi le somiglia si fanno vittimizzare
se noi, gente della libertà, non possiamo riprendere
questi esseri che chiamiamo rifugiati, specchio di umanità
allora avremo perso la nostra via di libertà
Efemerine