Ces derniers mois, le Québec s’enfonce dans un faux-débat. Lors des discussions des politiciens de différentes allégeances, je sens souvent la moutarde me monter au nez. Je ressens un rétrécissement de la foi causé par des discussions vaines. J’ai l’impression que l’on me prend pour un âne à qui l’on tenterait de faire le coup de la carotte que l’on secoue devant lui.

Retirera? Ne retirera pas? Voyons, il ne faut pas pousser au point de vouloir faire passer un crucifix pour un objet de culture! Mais oui, les politiciens ont exagéré jusque-là.

Le crucifix est un objet de culte. Au mot culte, Antidote me donne cette définition : hommage rendu à un objet sacré, vénération portée à quelque chose. Les objets n’ont pas à être sacrés. La vie l’est suffisamment pour avoir l’exclusivité de cet adjectif.

Est-ce que je devrai voter pour un parti politique parce qu’il laisse en place un objet, qui de toute évidence n’est que cela pour lui? Parce qu’il laisse quelque chose donc, dans une salle où l’on se manque parfois copieusement de respect tout en oubliant trop souvent de tenter d’améliorer le sort des travailleurs, des pauvres, des enfants, bref le sort des gens?

Le crucifix représente-t-il ma foi au Christ plus que ces travailleurs, ces pauvres, ces enfants ces gens pour qui le Jésus auquel je crois a vécu, prenant le parti de ces personnes, adultes, femmes, hommes, enfants et politiciens; choisissant de tenter de combattre les injustices religieuses et sociales jusqu’à y laisser sa vie?

Jésus est devenu Christ et Seigneur puisqu’il a montré parfaitement le Père. Il  a été un humain parfait donc rempli de compassion, de justice et d’amour. L’objet qui représente son amour infini, allant jusqu’à accepter pour lui-même la torture et la mort, peut être présent ou non dans une salle mais ne serait pas tenu d’être une raison de vote.

Je devrais voter pour celui des humains qui sera plus attentif à l’autre, jusqu’à tenter de diminuer les inégalités et les injustices. J’aurais alors l’impression qu’il est le plus près du Christ et de son message.

Concernant le sujet de la croix, il y a tant d’êtres humains suppliciés, martyrisés dans le monde que je peux n’importe quand tourner ma pensée vers eux et ils me ramèneront bien vite à la fin de la vie terrestre de Jésus.

Qu’ils soient catholiques ou pas.

(Cari amici, questa settimana il soggetto del blog concerne una legge sulla laicità dell’Amministrazione pubblica nel Québec).

In questi ultimi mesi il Québec affonda in un falso dibattito. Ascoltando le discussioni dei politici dei diversi partiti sento spesso montarmi la mosca al naso. Sento l’impoverirsi della fede causato da vane discussioni. Ho l’impressione che mi si prenda per un asino cui si facesse dondolare una carota davanti al muso per farlo andare avanti.

Ritirerà? Non ritirerà? Dai, non bisogna spingere al punto da voler far passare un crocefisso per un oggetto di cultura! Ma sì, i politici hanno esagerato sino a quel punto.

Il crocefisso è un oggetto di culto. Alla parola ‘culto’ Antidote mi dà questa definizione: omaggio reso a un oggetto sacro, venerazione tributata a qualcosa. Gli oggetti non devono essere sacri, la vita lo è abbastanza da avere l’esclusiva di questo aggettivo.

Dovrei forse votare per un partito politico perché lascia al suo posto un oggetto, che evidentemente non è per lui che questo? Perché dunque lasciare qualche cosa in un’aula dove a volte si manca abbondantemente di rispetto, dimenticando troppo spesso di tentare di migliorare il destino degli operai, dei poveri, dei bambini, in breve il destino della gente?

Il crocefisso rappresenta la mia fede al Cristo più di questi operai, questi poveri, questi bambini, questa gente, per i quali il Gesù cui io credo ha vissuto, mettendosi dalla parte di queste persone, donne, uomini, bambini e politici; scegliendo di combattere le ingiustizie religiose e sociali al punto da rimetterci la vita?

Gesù è diventato Cristo e Signore perché ha mostrato perfettamente il Padre. È stato un essere umano perfetto, dunque colmo di compassione, di giustizia e d’amore. L’oggetto che rappresenta il suo amore infinito, che è arrivato al punto da accettare per se stesso la tortura e la morte, può essere o non essere presente in un’aula, ma non potrebbe mai essere ritenuto ragione di voto.

Io dovrei votare per chi tra gli esseri umani fosse più attento all’altro, al punto da tentare di eliminare le ineguaglianze e le ingiustizie. Avrei allora l’impressione che costui fosse più vicino al Cristo e al suo messaggio.

Riguardo alla croce, ci sono tanti esseri umani nel mondo sottoposti a supplizio, martirizzati, che posso in ogni momento volgere a loro il mio pensiero ed essi mi riporteranno ben presto alla fine della vita terrestre di Gesù.

Che siano cattolici o no.