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COMPTE-RENDU DU JOURNAL D’UN ÉMIGRANT / RESOCONTO DEL DIARIO DI UN EMIGRANTE

COMPTE-RENDU DU JOURNAL D’UN ÉMIGRANT

Je suis encore un peu saisie de ce spectacle que nous avons fait au Centre Léonard de Vinci, ma fille Eve Amabili-Rivet, Roberto Medile et moi-même. Ils ont chanté, nous avons récité, lu, partagé. Nous avons rappelé les départs du début du XXe siècle, en pensant à tous les autres, de tous les pays et de tous les temps.

Les spectateurs ont réagi. Ceux qui avaient expérimenté ces voyages déchirants se sont rappelés ; ceux qui avaient aimé un exilé ont frémi ; les autres se sont laissé toucher. La magie de la scène a opéré sur nous tous et un vent particulier a uni audience et participants sur ce thème d’hier, ce propos d’aujourd’hui, ce sujet sans cesse actuel.

Je n’ai de mérite que dans mon envie immense de partager ce thème mais après la représentation de samedi dernier, j’ai l’espoir immense de recommencer sans cesse pour chaque être humain qui expérimente un jour la blessure du déracinement.

Ainsi peut-être les personnes déplacées sentiront-elles la lourdeur de leur situation s’alléger juste un peu.

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RESOCONTO DEL DIARIO DI UN EMIGRANTE

Sono ancora un po’ emizionata pensando allo spettacolo che abbiamo fatto, mia figlia Eve Amabili-Rivet, Roberto Medile e io,  al Centro Leonardo da Vinci. Hanno cantato, abbiamo recitato, letto, condiviso. Abbiamo ricordato le partenze dell’inizio del ventesimo secolo, pensando a tutti gli altri, di tutti i paesi e di ogni tempo.

Gli spettatori hanno reagito. Chi aveva fatto esperienza dei viaggi strazianti se n’è ricordato ; chi aveva amato un esiliato ha avuto un fremito ; gli altri si sono lasciati commuovere. La magia del palcoscenico ha agito su noi tutti, e un’atmosfera particolare ha unito spettatori e partecipanti su questo tema di ieri, su questo discorso di oggi, su questo argomento che non smette di essere attuale.

Non ho merito che nel mio immenso desiderio di condividere questo tema, ma dopo la rappresentazione di sabato scorso ho la grande speranza di riprenderlo senza sosta per ogni essere umano che viva un giorno lo strazio dello sradicamento.

Così forse le persone obbligate a spostarsi sentiranno alleggerirsi, almeno un po’, il peso della loro situazione.